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Carnia



La Carnia è mutata; ma molta parte della Carnia, nonostante le spoliazioni materiali e mentali, a differenza di altre aree alpine, ha ancora una natura (se non fosse per la rapina delle acque) sufficientemente preservata e non ha abbandonato il vecchio; ha saputo in parte miscelarlo e in parte metterlo sotto piega. Non si sa mai: vecchia e buona regola. Ha come steso un telo di modernità sopra ciò che c’era, senza buttarlo. Basta sollevare il velo per ritrovare ciò che si era vissuto qualche decennio fa. Il mondo di ieri, così, non lo si ritrova solo nella memoria e non è solo questione di nostalgia; lo si ritrova anche frugando, sapendo cercare e sapendo vedere. Forse per questo la Carnia del libro di Ulderica non ha nulla di triste e di rancoroso. Ha il volto e la grinta delle attivissime vecchie che lei continua a fotografare negli orti e nei prati, e ha i visi, in cui tornano le stesse fisionomie, dei bambini che girano a siops e bruciano la vecchia restando padroni delle loro feste, non recitandole per quelli di fuori.

 

Gian Paolo Gri

 

Di Dante Spinotti, tratto da ‘Carnia’.


Se vado a pescare nella memoria più lontana le prime immagini di quando ero bambino, le visioni più ricche di emozioni, più forti, come fossero spezzoni cinematografici (o come fotografie appunto) sono immagini della Carnia.

Questo perché la Carnia aveva (e ancora forse ha) una diversità culturale, di gente forte che viveva con energia e intelligenza, ma anche con raffinatezza, nel territorio difficile della montagna.
Per me che sono nato ma che non vivo in Carnia, tutto questo si esprime nelle immagini mentali dei ricordi passati e più recenti.
Il supporto formale e compositivo nelle fotografie di Ulderica si unisce alla materia, al contenuto per comunicare a chi guarda emozione e bellezza.
Oltre che ai paesaggi, con quei cieli che fanno vibrare colori che esistono solo in Carnia, ve lo garantisco; oltre alle case, i paesi e l’architettura, ci sono quei dettagli, colpi di luce su un vecchio muro decorato in interno, su oggetti della vita di tutti i giorni, la gente, i ragazzi, i vecchi bellissimi della Carnia ancora primi attori della comunità.
Ci sono poi alcune straordinarie immagini di giovanissimi, ragazzi e ragazze davanti alle case della loro famiglia, dove il modo di vestire e di essere rappresenta i riferimenti culturali ed i miti di oggi, l’America, gli idoli e ideali dei mass media.
Una questione questa di contrasti cruciali che spero Ulderica approfondirà in un’altra occasione, in un altro libro.
Nel frattempo grazie per queste bellissime fotografie che porterò con me per mantenere vive le mie immagini mentali.