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Malghe e malgari Questo libro è il risultato di una ricerca che riguarda l’area geografica e umana più alta e più marginale del Friuli; un’area che combina una bellezza straordinaria e perfino struggente, talvolta, con un groviglio di questioni aperte e una somma di problemi irrisolti. La combinazione di marginalità e altezza – entità estreme, ambedue – rende la fascia delle malghe un’unità di misura esemplare per tutte le altre questioni e gli altri problemi della società e dell’economia regionale. Come accade con le situazioni estreme che molti giudicano arrivate al capolinea, vale proprio l’opposto: la capacità di osservare, analizzare e risolvere i problemi di quassù diventa una sorta di garanzia per la capacità di affrontare ogni altra questione. |
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Di Giorgio Ferigo, tratto da ‘Malghe e malgari’. L’abbandono del territorio è stato un abbandono mentale, prima ancora che ‘fisico’. Confini sui quali si è litigato per secoli (alla lettera) sono dimenticati. Toponimi che per secoli hanno denominato ogni svolta del sentiero, ogni avvallamento e gobba del terreno, non si conoscono più. Non c’è più latte nella rimina; non c’è più formaggio nella cantina. (Ci sono però sullo scaffale della Cooperativa – finché ci sarà la Cooperativa; e, per un di più di beffa, si chiamano «Latte Carnia», «Formaggio Montasio»...).
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